3.6

La simbologia della neve ne I morti di James Joyce

di Marika Frison

I morti è un racconto breve dell’autore irlandese James Joyce che chiude Gente di Dublino, una raccolta di racconti brevi pubblicata nel 1914. I morti ritrae la visione che Joyce aveva dell’Irlanda nel momento in cui scrisse questo racconto, cioè un Paese paralizzato. Questo racconto breve è stato costruito attorno a una contrapposizione tra la vita e la morte, il cui culmine è rappresentato dalla neve e dalla rilevanza che quest’ultima ha per i personaggi della storia. Il personaggio principale è Gabriel Conroy, insegnante e scrittore, il quale, assieme alla moglie Gretta, partecipa a una festa di Natale che si tiene a casa delle sue zie, Kate e Julia Morkan, a Dublino.

Nel corso del racconto, il protagonista subisce un profondo cambiamento a causa di una crisi morale che scaturisce da una confessione di sua moglie Gretta che lo porterà a rivalutare il suo matrimonio e la sua vita. Infatti, Gabriel intraprende un processo di autovalutazione quando, una volta tornati nella loro camera d’hotel, Gretta gli rivela una parte del suo passato, finora oscura a Gabriel. Gretta racconta a Gabriel di Michael Furey, il suo amore di gioventù. Michael era un ragazzo dalla salute fragile che aveva deciso di fare visita a Gretta in una notte piovosa e fredda per vederla un’ultima volta, a costo della sua vita. Infatti, il ragazzo aveva passato la notte davanti alla finestra di Gretta, sotto la pioggia e, poiché già malato, era morto poco dopo di polmonite. Dopo aver ascoltato il racconto di sua moglie, Gabriel vede lo spirito di Michael Furey fuori dalla finestra della loro camera d’albergo, mentre cade la neve.

La visione di questo spirito sotto la neve costituisce un’epifania1 per Gabriel, che lo porta a riflettere su se stesso, su sua moglie e sul suo rapporto con gli altri. Innanzitutto, Gabriel diventa consapevole del fatto che lui non è l’unico uomo che Gretta abbia amato, dunque, realizza che il fatto che Gretta sia sua, in quanto moglie, è una mera illusione. Joyce crea un triangolo amoroso, di cui Gabriel, Gretta e Michael Furey fanno parte e la cui peculiarità è che il rivale di Gabriel è solo uno spirito. Infatti, anche se Michael appartiene al passato di Gretta, Gabriel lo considera come un suo rivale, e quindi inizia a confrontarsi con lui. Di conseguenza, Gabriel capisce che il ricordo e l’amore di Michael Furey non hanno mai abbandonato Gretta e che lui, Gabriel, è meno reale per Gretta rispetto a quanto lo sia Michael, nonostante egli sia morto. Gabriel apprende, inoltre, che lui non ha mai vissuto una vita piena perché non ha mai sperimentato un amore così grande e profondo come quello di Gretta e Michael. 

Si attiva, quindi, l’importanza dell’elemento della neve, la quale è il simbolo principale di questo racconto e può essere interpretata in due modi, sia come vita, intesa come rinascita, sia come morte perché Gabriel si identifica nello spettro del defunto Michael Furey. Rilevante è il significato a cui la neve viene associata: quando si scioglie, la neve diventa acqua, la quale simboleggia la vita; se, invece, la neve viene esposta a temperature fredde, si ghiaccia: il ghiaccio simboleggia la morte. Inoltre, è necessario considerare che il nome Michael2 è associato al freddo, e quindi alla pioggia e alla neve3. Di particolare importanza è la canzone The Lass of Aughrim4, che Gretta ascolta durante la festa di Natale a casa Morkan. È proprio questa canzone che rievoca in Gretta la memoria del suo amore di gioventù. The Lass of Aughrim narra la storia di una donna con il figlio in braccio che bussa alla porta di casa dell’uomo con cui ha concepito il suo bambino, supplicandolo di farla entrare. Non ottenendo risposta, si lascia morire di freddo sotto la pioggia battente. Pertanto, per Gretta, Michael è associato alla pioggia, cioè all’acqua, simbolo di vita e amore, mentre per Gabriel, Michael è associato alla neve, cioè alla morte.

Lo sviluppo psicologico di Gabriel si compie con la sua epifania, poiché egli diventa consapevole di essere parte di un’umanità ordinaria, dunque il suo egocentrismo muta in amore, pietà e compassione per il prossimo. Gabriel riconsidera e rivaluta la sua intera esistenza e realizza, soprattutto, che la morte è intrinseca alla vita. Non a caso, I morti si conclude con Gabriel paralizzato, come se fosse morto, e con l’immagine della neve che cade su tutto ciò che è vivo e morto in un cimitero.


  1. L’epifania è una tecnica narrativa usata da James Joyce. Si tratta di un’illuminazione improvvisa di un personaggio, la quale svela il significato di qualcosa di profondo e inaspettato. L’epifania è causata da un gesto, un oggetto o una situazione banale.
    ↩︎
  2. Michael è il corrispettivo italiano di Michele. ↩︎
  3. Secondo la tradizione cristiana, l’arcangelo Michele è associato alla pioggia. ↩︎
  4. The Lass of Aughrim è una versione irlandese dell’antica ballata Lord Gregory, probabilmente di origine scozzese. ↩︎

Lista delle fonti

Britannica, s.d., ‘The Dead’, in Encyclopedia Britannica. [Consultato il 4 dicembre 2023] https://www.britannica.com/topic/The-Dead-story-by-Joyce.

LeBlanc, J. (2010). ‘“The Dead’ Just Won’t Stay Dead.” In James Joyce Quarterly, vol. 48, n. 1, pp. 27-39, University of Tulsa.  [Consultato il 1 dicembre 2023] http://www.jstor.org/stable/41429834.

Joyce, J. (1914). ‘The Dead’, in A Selection from Dubliners, pp. 205-273. Black Cat-cideb. 

O Hehir, B. P. (1957). “Structural Symbol in Joyce’s ‘The Dead.’” In Twentieth Century Literature, vol. 3, n. 1, pp. 3–13, Duke University Press. [Consultato il 1 dicembre 2023] doi: https://doi.org/10.2307/440479.

Salto, C. (2013). ‘The Lass of Aughrim’, in Terre Celtiche Blog. [Consultato il 4 dicembre 2023]. https://terreceltiche.altervista.org/lass-aughrim/.

Torchiana, D. T. (1981). “The Ending of ‘The Dead’: I Follow Saint Patrick.” In James Joyce Quarterly, vol. 18, n. 2, pp. 123-132, University of Tulsa. [Consultato il 1 dicembre 2023] http://www.jstor.org/stable/25476350.

Walzl, F. L. (1966). “Gabriel and Michael: The Conclusion of ‘The Dead.’” In James Joyce Quarterly, vol. 4, n. 1, pp. 17-31, University of Tulsa. [Consultato il 1 dicembre 2023] http://www.jstor.org/stable/25486604

Immagine 1: https://www.newyorker.com/magazine/2017/12/04/irish-rep-brings-james-joyces-the-dead-to-life

Immagine 2: https://maldonap.wordpress.com/2014/05/06/the-dead-the-representation-of-impotence-and-uncertainty/.

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